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martedì 6 marzo 2012

Alta velocità nell'isola di Pasqua


SUR LA VIOLENCE AVEC UN NON PREALABLE

Mia discussione dell'articolo di Fabio Agostini pubblicato in Bruno Besana & Oliver John Feltham (Eds). Écrits autour de la pensée d’Alain Badiou. Paris, FR: L'Harmattan.


Nous commençons par la fin (et n’irons pas jusqu’au début), car la dernière partie de la belle intervention de Fabio Agostini retient toute notre attention. La reconstruction faite par Agostini de la logique-métaphysique récursive badiousienne est puissante et complètement convaincante : il nous semble qu’elle nous permette de mieux comprendre bien des points qui restaient quelque peu obscurs à l’intérieur du discours clos de Badiou.
Mais comme parfois on reste prisonnier (tels la mouche wittgensteinienne dans la bouteille) du système philosophique que l’on s’acharne à commenter, dans notre cas au contraire y a-t-il peut-être une possible ligne de fuite du bâtiment philosophique badiousien (dans notre intervention nous l’avons comparé à une pyramide sens dessous-dessus).
Le point d’ouverture est justement dans la fin de l’intervention d’Agostini. Il déclare la nécessité d’étudier, à l’intérieur de la philosophie de Badiou – mais pas seulement – la question de la violence. Nous sommes bien d’accord : la violence est certes un thème central de la philosophie, et d’ailleurs, à la différence de son contraire, elle a déjà été beaucoup traitée.
Nous voyons d’ailleurs ici un indice d’une décision philosophique préalable et silencieuse chez Agostini, qui évidement pense à un genre précis de pensée philosophique de la violence. On pourrait d’ailleurs soutenir que la vraie question philosophique c’est plutôt la nonviolence.1
La pensée de Badiou n’y est pas pour rien dans le thème de la violence, et Agostini nous sollicite à nous exprimer là-dessus. Pour que ce ne soit pas une simple juxtaposition de goût philosophique ( moi, violence – toi, nonviolence) il faut bien qu’en philosophie il y ait la possibilité de communiquer. Possibilité exclue et pourtant bien pratiquée par Gilles Deleuze (dont Agostini est un grand connaisseur), qui à notre sens est l’un des plus grands communicateurs philosophiques du XX e siècle. En dépit de l’excommunication deleuzienne (on nous pardonnera le jeu de mots) sans doute pleine de sens dans son contexte historique et discursif, la communication est sans doute LA possibilité par excellence de la philosophie et des sciences humaines. A quoi bon philosopher si ce n’est pour communiquer avec d’autres êtres, des êtres normalement humains mais pas forcément ?

[continua]

Poesia scritta da Turi Vaccaro sul traliccio.

Luca sul tuo traliccio
Forse a qualcuno siamo d’impiccio
Pioveva sono uscite le stelle
Le figlie dell’aria dalle voci belle

In Val Clarea eravamo in tanti
La nostra baita è la loro caserma
Lunga la notte, la lotta non si ferma
Lo schiaffo alla montagna è qui davanti

Il tuo coraggio ti porta più in alto
L’alta tensione ed il gran salto
La Regina del Rocciamelone
Dio ti salvi per sua intercessione

Il tuo sogno è realizzato
Il movimento si è risvegliato
Tutta l’ Italia sulla barricata
Al tuo capezzale si è radunata

Spunta l’alba del 5 di marzo
Intirizzito lo spirito anelo
Limpido il cielo
Brilla la neve come di quarzo

Qualcuno è un po’ titubante
Di sostenermi in questo rischio
Se il piede scivola come sul vischio
In Paradiso ti portino i Santi

Il Sole sorge su questo scempio
Non serve pianger su tanto strazio
Io sono ancora nel nostro spazio
Pronto a difendere il nostro tempio

Non pensate lor signori
Di calpestare la Valsusa
Da Bardonecchia fino alla Chiusa
A sarà dura saran furori

5 3 12 ore 9 val clarea traliccio di luca

domenica 4 marzo 2012

Al cospetto del carabiniere

Gli amici mi hanno detto di scendere dal treno a Chiomonte. Siccome al mio arrivo loro non si vedono ancora e io non ho mai visto il paese della battaglia del 3 luglio, vado a farmi quattro passi. Guardo sulla montagna la diga intorno a cui so esserci stati aspri scontri, e mi aspetto di vedere polizia ovunque, invece no.
Il paese sembra deserto, incontro un vecchio e ci scambiamo un saluto, poi torno sui miei passi. In quel momento vedo un'auto dei carabinieri che scende lentamente la stradina che io sto salendo, sento un piccolo tuffo al cuore e imposto un atteggiamento neutro, lancio un'occhiata disinteressata all'auto, tanto per non avere l'aria di guardarmi colpevolmente i piedi.
L'auto prosegue superandomi, ma rallenta e poi si ferma. Sento che fa marcia indietro risalendo nella mia direzione, io proseguo come se niente fosse ma un colpo di clacson mi richiama all'evidenza. Mentre un piccolo tremore mi percorre le ginocchia sfodero un sorriso e mi affaccio al finestrino dell'unico carabiniere alla guida del mezzo. Ci diciamo buongiorno.
- Tutto bene?
- Sì sì
- Che fa da queste parti?
- Ah, vado alla polentata
- Ma allora ha sbagliato strada
- Sì lo so, ma stanno arrivando degli amici a prendermi
- Ce l'ha un documento?
- Certamente.
- Le dispiace se faccio un controllo?
- Prego
...
- Sa perchè mi sono fermato?
- No ma immaginavo che l'avrebbe fatto
- Perché lei non mi ha guardato neanche per un attimo, mentre di solito quelli che incontro mi guardano e mi salutano
- Ah, ma io l'ho guardata per un attimo!
- Comunque lei mi sembra una brava persona
- Lo sono, o almeno mi sforzo di esserlo
- Guardi a me dispiace per la situazione
- Posso immaginarlo
- Ho anche degli amici...
- Comunque io sono superpacifista, sto anche organizzando un digiuno collettivo NoTav
- E secondo lei serve a qualcosa?
- Lo spero
- Eh
- E in ogni caso non vedo alternative
- Arrivederci
- Arrivederci e buona giornata

sabato 3 marzo 2012

Digiuno collettivo contro la Tav

Enrico Piovesana
La protesta nonviolenta per eccellenza: un digiuno collettivo. Potrebbe essere questo il nuovo sviluppo della lotta No Tav. L’idea – avanzata da Giovanni Salio, presidente del Centro studi Sereno Regis di Torino, ed Eduardo Acotto, docente di Storia e Filosofia all’istituto superiore torinese ‘Santorre di Santarosa’ – verrà discussa nei prossimi giorni dal movimento della Valsusa. Ma ha già raccolto molte adesioni.
 
Professor Acotto, chi ha aderito finora alla vostra iniziativa?
Per ora abbiamo ricevuto, tra le altre già numerose, l’adesione personale del portavoce del movimento No Tav Alberto Perino, del difensore dell’acqua pubblica Ugo Mattei, dell’ecologista Guido Viale, del fisico Massimo Zucchetti, del filosofo Gianni Vattimo, del politologo Angelo D’Orsi, dello storico Brunello Mantelli, del teorico della decrescita Maurizio Pallante, del climatologo Luca Mercalli e di esponenti politici torinesi come Michele Curto di Sel e Vittorio Bertola del Movimento Cinquestelle. Probabilmente aderirà anche il pacifista siciliano, ex operaio Fiat, Turi Vaccaro.
Com’è nata questa idea?
Vogliamo mettere al servizio del movimento l’esperienza che il Sereno Regis ha nel campo della teoria e prassi della nonviolenza. Ne abbiamo già parlato con Perino, ma ovviamente la cosa andrà discussa in valle con la gente del movimento. Lunedì sera a Torino definiremo in una riunione la nostra proposta e nei giorni successivi la sottoporremo al movimento: saranno loro a decidere modalità e obiettivi di questa azione.
E quali sono gli obiettivi cui state pensando?
Certamente l’apertura di un tavolo di confronto tecnico con gli esperti tecnici del movimento No Tav, i sindaci della Valsusa e la Comunità montana locale. In questa delicata fase di contrapposte precondizioni – da una parte il governo che chiede la fine di quelle che vengono sbrigativamente chiamate “violenze”, in realtà una complessa serie di atti collettivi di resistenza passiva e attiva con diversi gradi di efficacia e aggressività, prima dell’apertura di qualsiasi discussione, dall’altra il movimento che chiede prima di tutto lo stop dei lavori del cantiere Tav – ci piacerebbe tentare una conciliazione almeno sulle condizioni per l’apertura del dialogo. Fermo restando che per noi la ragione sta dalla parte di chi vuole fermare questa gigantesca e inutile opera pubblica della discordia. Ma, ripeto, sarà l’assemblea No Tav a decidere quali saranno le nostre richieste per intterompere il digiuno collettivo.
E sulle modalità della protesta?
L’idea è quella di mettere insieme almeno un centinaio di persone che portino avanti un digiuno a staffetta pubblico, ovvero in gruppi di una decina di persone che a turni di 24, 48 o 72 ore, o anche di più per chi ne avrà la forza, si alternino, dormendoci anche, dentro un tendone che vorremmo erigere in Piazza Castello, nel cuore di Torino, davanti al palazzo della Regione Piemonte. Una sorta di presidio permanente cittadino attorno al quale tenere anche dibattiti pubblici, azioni teatrali e altre iniziative di sensibilizzazione.
Quindi appuntamento lunedì sera a Torino alla sede del Sereno Regis?
Sì, l’incontro per discutere dell’iniziativa si terrà lunedì 5 marzo alle 20:30 nella sala Gandhi della sede del Centro studi Sereno Regis di via Garibaldi 13.

Facebook: https://www.facebook.com/groups/161440997305635/

giovedì 1 marzo 2012

MeTAVfora merdosa

Un adulto porge a un bambino un piatto di minestra pieno di merda.
Il bambino sente l'odore della merda e non vuole mangiare la minestra, allora l'adulto lo sgrida.
Il bambino si mette a piangere e butta per terra la minestra alla merda, che cade e schizza il vestito dell'adulto.
L'adulto si arrabbia e inizia a prendere a sberle il bambino, urlandogli DEVI MANGIARE LA MINESTRA, MONELLO, CATTIVO, DEVI MANGIARE LA MINESTRA! GLI ALTRI BAMBINI MANGIANO TUTTI LA MINESTRA!

Domande:
1) avrebbe l'adulto potuto convincere con le buone il bambino a mangiare la minestra alla merda?
2) è stato violento il bambino nel buttare per terra il piatto?
3) perché l'adulto ha dato al bambino la minestra, se dentro c'era la merda? Non se n'è accorto? Pensava che la minestra fosse più buona della merda in essa inzuppata? Pensava che un po' di merda non può fare troppo male? Pensava che fosse normale che il bambino mangiasse un po' di merda?
4) perché mai il bambino avrebbe dovuto mangiare la minestra con la merda dentro?
5) e tu, se potessi scegliere, vorresti essere l'adulto che schiaffeggia il bambino oppure il bambino che non mangia la merda?